Indagine sulla nostra mente

Dissoluzione della coscienza e natura dell’io (17 maggio 2011)

Prof. Michele Di Francesco (Università Vita- Salute San Raffaele di Milano)

Negli ultimi anni si è assistito al proliferare di “teorie” scientifiche della coscienza umana su base cognitiva-neurobiologica. Sebbene nessuna tra loro vada anche soltanto vicino a fornire una spiegazione completa dei fenomeni che raggruppiamo sotto l’etichetta di «coscienti», esse sembrano condividere l’idea che l’essenza della coscienza sia da ricercare nell’attività cerebrale. Ma come può la materia pensare e in che modo il pensiero dipende dalla struttura fisica che lo realizza?! Da dove viene la capacità della mente/cervello di rappresentarsi il mondo esterno? Dove finisce la mente e dove comincia il mondo?

E dov’è il “nostro io”?! L’autocoscienza umana, la forma di coscienza tipica degli esseri umani, contraddistinta dalla consapevolezza di sé, e modificata e connotata radicalmente dall’introiezione di un linguaggio pubblico, è governata da meccanismi di attribuzione e di auto-attribuzione di stati mentali, basati su una psicologia di senso comune, che la conducono ad assumere forme e caratteri il cui rapporto con l’attività cerebrale è tutt’altro che chiarito. L’io è un illusione prodotta dall’interazione di una moltitudine di agenzie cognitive distinte e distribuite, o una realtà dotata di propri poteri causali?

Questi alcuni dei molti quesiti quando si decide di affrontare un tema delicato come la nostra mente e la nostra identità…